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Anche se costa troppo?
È meno costoso nel tempo, anche se inizialmente richiede un impegno di capitale maggiore. Un megawattora nucleare costa 60 euro a fronte dei 60-70 di un megawattora a carbone e contro i 100 di uno a gas. Il problema è che, in Italia, le aziende produttrici di elettricità possiedono tutte la stessa struttura di costi perché vanno tutte prevalentemente a gas. In questa situazione è difficile realizzare la concorrenza sui prezzi. Voglio però aggiungere un dato. L'Eurostat ha calcolato che il prezzo del kilowattora in Italia è cresciuto in media del 27% tra il 1996 e il 2007. Depurato dell'inflazione, quindi, l'aumento del prezzo è stato prossimo allo zero, nonostante l'impennata del petrolio. Questo significa che in Italia il prezzo nominale dell'elettricità è cresciuto meno che in altri Paesi europei.
Parliamo dei contrasti con Acciona, con cui detenete la maggioranza di Endesa in Spagna. Crisi superata?
Abbiamo avuto divergenze d'opinione su come far funzionare il consiglio d'amministrazione: discrepanze che non hanno avuto alcun impatto negativo sulle attività operative. Che continuano ad essere ben gestite. Per di più prevediamo un aumento di redditività di Endesa anche per il 2008 e il 2009. Considero quindi marginali queste divergenze d'opinione. L'interesse comune, nostro e di Acciona , resta quello di mantenere Endesa leader di mercato e di svilupparne gli investimenti nella penisola iberica e in Sud America Queste piccole turbolenze hanno avuto più risalto mediatico di quanto meritassero.
La pace è fatta?
Non ho alcun interesse a sciogliere prima del tempo l'accordo con il socio Acciona. Penso sia utile mantenere l'alleanza.
Quanto avete investito finora all'estero?
Il valore d'impresa di Enel, capitalizzazione più debito, ammonta a 90 miliardi anche se a mio giudizio l'attuale andamento di Borsa non rispecchia il vero valore del gruppo. La metà di questa somma è rappresentata da attività estere e dall'estero viene circa la metà del nostro Ebitda, che nel 2009 supererà i 13,8 miliardi. Se fossimo rimasti solo italiani saremmo diventati una grande municipalizzata. Oggi siamo un operatore integrato con buone prospettive di sviluppo in campo economico e tecnologico e con grande capacità di dialogo con Paesi produttori come la Russia: qualità che ci consentono di guardare con ottimismo al futuro e che avvantaggiano i nostri azionisti e il Paese. Pensi solo a quanto investiamo in ricerca: 640 milioni di euro nei prossimi quattro anni per lo sviluppo di tecnologie innovative, dai sistemi di cattura e sequestro di CO2 all'auto elettrica. In questo campo intratteniamo relazioni con le più grandi case del mondo e contiamo di realizzare delle reti cittadine di distribuzione: delle stazioni di servizio per la ricarica delle auto elettriche.